Osservai pian piano tutta la scena, come se fossi uscito fuori dalla mia vita.
Vedevo tutto in terza persona e mi sembrava che la ragazza non avesse poi tutta quella voglia di salvarmi. Sorrideva, malvagia.
La scrutai fare qualcosa di impossibile, mentre tutto intorno a lei diventava più offuscato, sfocato, ovattato.
Mi sentivo cadere sopra un manto soffice di crema, mi sentivo coccolato dall'odore di pulito e dal vento caldo che mi picchiava addosso.
Aggrappati.. alla .. mia mano.. Eh?
Vedevo la sua candida e bianca mano tesa versa di me, forte. Ma nello stesso istante in cui realizzai di essere soccorso, fasci di luce nera e densa avvolsero me e la ragazza, stringendoci, appiattendoci, fracassandoci fino a farci diventare il nulla.
Aprii di scatto gli occhi e senza rendermene conto mi sporsi più in alto, più in alto, più in alto possibile tendendo la mano verso il cielo.
Azzurro.Mi morsi il labbro consapevole di quel che mi stava per succedere, o per lo meno, che mi sarebbe potuto succedere.
Venire inghiottito dalle nubi. Dovetti mordere il labbro fino a far scendere una piccola, minuscola, insensibile gocciolina di sangue per far placare le lacrime che si sarebbero messe a scivolare silenziose sul mio viso.
< Ci sono. > dissi, piano, anche se la mia voce non era quella che avrei voluto usare. Piuttosto, era rotta e forzata.
< Ci sono. > ripetei, facendomi più deciso e sostituendo la paura dal coraggio. Le strinsi forte la mano senza provocarle dolore e senza accorgermene le cinsi anche la vita con il mio braccio muscoloso.
Braccio muscoloso? Ma dove?