| Sentii il corpo caldo di mia sorella premersi contro il mio, sentii le sue braccia lungo la mia schiena, il suo respiro contro il mio collo. Rabbrividii. La cinsi la vita con le braccia, di scatto, stringendola a me, come non avevo mai fatto. Non l'avevo mai abbracciata tanto prepotentemente e possessivamente. Mi calmai, presi il respiro e mi avvicinai al suo orecchio, bisbigliandole « Scusami. » Snodai le mie dita che, nel frattempo, si erano intrecciate dietro la sua schiena. Avevo freddo. Avevo dannatamente freddo. Presi un altro respiro, lentamente, mentre mi giravo verso l'altalena, che aveva preso a scricchiolare in modo innaturale e veloce. Appena fissai la gracile creatura che vi si sedeva, il mio cuore perse un battito. I capelli scuri, lunghi, trasandati, l'abito lungo e grigio rovinato, e il viso incavato, che una volta doveva essere stato bello, su cui era dipinto un sorriso malvagio quanto malizioso. Il suoi piedi erano scalzi e si intravedevano scorticamenti e pezzi di pelle che probabilmente le erano stati staccati con violenza. Sembrava aver camminato molto. Sembrava che stesse camminando ancora, forse da millenni. Le mani fragili e rugose stringevano la catena fortemente, graffiandola con le unghie di tanto in tanto. Quanto avrei voluto provare paura. Ma la paura, non faceva per me. Più che altro, era desiderio.. desiderio di ucciderla all'istante.
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