Un umano, ma probabilmente in realtà è un demone.
Latte alla fragola, Dolci in generale, leggere JUMP, cosplay.
I suoi capelli, non tanto il colore ma per la permanente naturale ♥ Inoltre il suo sguardo perennemente assente e mene freghista, i suoi occhi sono di un colore estremamente inquietante e ben poco umano. la sua arma è una bokuto (katana di legno) con su scritto Toya-ko (Lago Toya).
Allora immagina che durante il giorno hai bevuto troppo latte alla fragola, la notte ti svegli perché devi andare in bagno, ti accorgi però che fuori dalle coperte fa freddo e non ti va di uscire dal letto, dopo un po' hai un bisogno di urinare insopportabile. Agonia, ansia, dilemma!
Il momento si fa impellente e così decidi di andare in bagno, sei in piedi davanti alla tazza, tiri fuori! Spari! Ti senti liberato! Per un istante pensi che si viva solo per un momento come quello! Ma poi ti rendi conto che non sei in bagno, hai solo sognato, sei ancora dentro al letto, fra le gambe si allarga la sensazione di qualcosa di caldo però non puoi fermarti, non ce la fai!
Eccola qui! Questa è la verità! E' questo che significa essere un bevitore di latte alla fragola! Capito?!
E dopo questa citazione, d'obbligo direi, sarebbe il caso di iniziare la vera storia di questo perfetto deficiente.
Non si sa come il Demone Bianco sia venuto al mondo, non si sa chi siano i suoi genitori e non si sa da che paese provenga… No scherzavo, era solo per fare un po’ di suspance. Si sanno perfettamente entrambe le cose e non si deve nemmeno cercare molto in fondo per saperlo.
La famiglia Sakata era sempre stata povera. Gente umile, contadini da generazioni e senza troppe pretese. Quando era nato quel bambino con i capelli bianchi e gli occhi del diavolo, però, tutto sembrò stravolgersi nella vita di famiglia. I suoi genitori presero ad additarlo come demone e a fare di tutto per liberarsi del pargoletto. Finalmente un giorno, quando Gin compì 18 anni, decise di entrare nella forza per la resistenza agli amanto. I genitori piansero di gioia a quella notizia, Gin prese la cosa come un segno di grande affetto e non come un’espressione di sincero giubilo e si incamminò verso il suo destino.
In quel tempo lontano in cui Gin faceva parte, assieme ai fedeli compagni Zura, Sakamoto e Shinsuke, dell'armata Joui, la sua incredibile forza e abilità di combattente, tale da incutere terrore nei nemici e persino negli amici, e il suo assurdo quanto incredibile colore di capelli gli era valsa il soprannome di Demone Bianco. Lo scopo di questa armata di pochi superstiti era quello di opporsi all'invasione degli Amanto, una specie di alieni venuti da chissà qualche pianeta bramando di conquistare il mondo. Durante questa guerra, le forze della resistenza agli amanto diminuivano a vista d’occhio giorno dopo giorno, sempre più veloci finchè non rima solamente l’armata Joui.
Combatterono fianco a fianco battaglie infinite, da cui ne uscirono sempre vincitori e a testa alta. Tuttavia, dopo l'ultimo grande scontro, gli Amanto avevano ormai conquistato la terra, a nessun samurai era permesso uscire di casa con la katana, più come segno di umiliazione che altro. Da quel momento, Gintoki era scomparso facendo perdere le sue tracce ai compagni sopravvissuti.
Per qualche tempo, ovviamente ancora latitante, aveva viaggiato per il mondo, odiando gli amanto e vivendo di stenti. Quando finalmente aveva appreso l’idea che ormai tutto il mondo era stato completamente conquistato da quegli esseri schifosi, Gin era tornato a Edo per poter vivere il resto della sua vita in tranquillità.
Aveva trovato un lavoro (???) una casa in cui vivere, di cui OVVIAMENTE non pagava l’affitto e degli amici con i quali condividere la pace ritrovata. Ma, ovviamente, questo non poteva durare a lungo.
Katsura, era l'unico rimasto dell'armata Joui assieme a pochi altri seguaci (considerato un terrorista, ed è quindi ricercato dalle autorità dello Shogunato), lo aveva più volte invitato a riprendere in mano la spada e unirsi a lui per scacciare gli Amanto invasori. Ma Gintoki si era sempre rifiutato, affermando che l’unico motivo per cui combattere era per fare casino, e che non amava "la malinconica battaglia dei terroristi" (citazione testuale o quasi): in realtà, era perfettamente consapevole che ormai la guerra era ormai persa, il vero motivo pera che non voleva più veder morire i suoi amici in battaglia.
Da quel momento non aveva, ovviamente, fatto altro che imbattersi in Zura e in tutti gli altri compagni MIRACOLOSAMENTE sopravvissuti dell’armata Joui.
Gin continuava, comunque, a vivere la sua vita tra latte di fragola, JUMP e cosplay, annoiato dalla vita ma non per questo scontento. Era solito farsi gli affari suoi a meno che i problemi non gli cadessero addosso dal cielo grattandosi e scaccolandosi tutto il giorno. Fu una mattina estiva a cambiare la sua vita completamente.
Una demone alata, (“WOW SEMBRA DI ESSERE IN UN MANGA –Gin) gli aveva detto che avrebbe potuto avere un posto come tuttofare in un’accademia in Francia. A dire la verità Gin non sapeva né dove fosse la Francia né perché avevano scelto proprio lui per un lavoro del genere ma, le parole “cibo e alloggi gratis” lo attirarono a dir poco tanto. Grattandosi la testa aveva fatto quei pochi passi per uscire dalla stanza, già pentito della sua decisione di alzarsi dal divano. Doveva esserci qualcosa con non andava, al mondo nessuno faceva niente per niente e quello sembrava proprio essere il suo caso. Un’accademia in cui volevano solo che facesse il suo “lavoro”… Mah… la cosa puzzava alquanto.
Scrollò le spalle, in fondo cosa poteva fregargliene? Almeno non avrebbe più visto quegli schifosi amanto (?).