| Aprii lentamente la robusta porta di legno della locanda.. La senti cigolare sotto la mia timida presa alla maniglia. Quando aprii, una melodia un po' vecchia proveniente da un viandante che s'era fermato lì, ci avvolse. Il viaggiatore teneva la chitarra stretta tra le mani, come una spada. E cantava, con una voce maestosa. Narra di una lotta terribile, di violenza inaudita e senza precedenti, Da uno squarcio creatosi all'improvviso, sulla terra apparvero esseri oscuri.
Mentre l'ascoltavo, azzardavo dei passi verso il secondo tavolo a sinistra. Avevo gli occhi fissi su di lui. La sua melodia era dannatamente ipnotizzante. Tirai in dietro una sedia e, cercando di controllarmi, sorrisi e feci cenno a Zelda di sedersi. Raggiungendo in fretta l'altro lato del tavolo, una parte di me, continuava a sussurrarmi qualcosa. Non capivo. Il viandante, comunque, continuava a cantare. E quel che disse in quel preciso istante mi portò ai brividi più assoluti. .. Esseri oscuri.. che cancellarono il sorriso dal volto degli abitanti della Terra! Sbattei una mano sul tavolo e di seguito la portai sulla mia fronte. Fatelo andare via. Maledizione, fate andare via questo tizio. Presi un respiro profondo quando mi accorsi che Pepa, la cameriera, non chè figlia del proprietario della taverna, era vicino a me e sorrideva, guardandomi. Alzai lo sguardo verso lei e per un attimo arrossii. Aveva i capelli castani legati e dei grandi occhi color nocciola, che brillavano di luce propria. Le mani dalla pelle chiara appoggiate l'una sopra l'altra sul vassoio e un profumo di .. zucca?! Questo mi distolse dai miei pensieri. Persino lei sapeva di zucca. < Emmh.. io prendo.. vediamo.. sì! passato di zucca! > Che poi, non si poteva prender altro, lì. Coltivavano solo ed esclusivamente zucca. Zuccalandia, insomma. Mi girai verso Zelda e mi avvicinai al suo menù
< Lei che prende, signorina? > fece Pepa.
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